Banner

Colombi. I furbetti del cartellino?
Un caso di disinformazione

Abbiamo sempre bollato l’eccessivo tasso di assenteismo fra i pubblici dipendenti come una favola politico-giornalistica orchestrata per delegittimare un’intera categoria di lavoratori e giustificare politiche (normative e salariali) al ribasso. Il fenomeno dell’assenteismo si è costantemente mantenuto entro limiti modestissimi come dimostrato dai dati ufficiali.

 

In questi giorni, proprio mentre i lavoratori pubblici si preparano alla grande manifestazione nazionale del 19 ottobre per rivendicare anche il “diritto a essere trattati come persone e non come servi della gleba”, la Funzione Pubblica ha reso noti i dati sui provvedimenti disciplinari adottati dalle pubbliche amministrazioni nel 2023.

 

Ricordate la cagnara mediatica scatenata qualche anno fa sui cosiddetti furbetti del cartellino che falsificavano la presenza in servizio, truffando lo Stato e sottraendo risorse ingenti alla collettività? Il Parlamento varò una procedura disciplinare ad hoc per licenziarli in tronco, tutt’ora vigente. Come potremmo dimenticare l’immagine ossessiva del vigile in slip che timbrava il badge sul pianerottolo delle scale?

 

Forse non tutti sanno che quel lavoratore, dapprima licenziato, è stato poi assolto, reintegrato e risarcito dalla sua amministrazione con sentenza confermata in Cassazione a luglio di quest’anno. E naturalmente non si è dato risalto alla notizia.

 

Allo stesso modo sta passando inosservata la notizia che nella P.A. i falsificatori di timbrature sono rari come i panda. Basta guardare i numeri pubblicati dalla Funzione Pubblica: nel 2023 in tutta la P.A. le sospensioni dal servizio per falsa attestazione della presenza accertata in flagranza sono state appena 4, pari allo 0,18% di tutti i provvedimenti di analogo tenore adottati per altri motivi. E i licenziamenti? Solo 1, pari allo 0,15% del totale nell’anno.

 

Sì, avete letto bene: 5 casi in tutto il 2023, su una platea di 3 milioni e 200mila dipendenti.

 

I lavoratori pubblici avrebbero diritto a cent’anni di scuse quotidiane da parte della maggioranza dei politici e della quasi totalità della stampa. Sappiamo bene che non le avranno. Anche per questo il 19 ottobre prossimo saremo in piazza a protestare e non ci fermeremo. La misura è davvero colma.

 

 

Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione

 

Roma, 2 ottobre 2024