Dal Rapporto ARAN sul monitoraggio della contrattazione integrativa nel lavoro pubblico emerge un dato molto preoccupante: nel 2021 l’unico comparto dove si è registrata una riduzione dell’attività negoziale rispetto all’anno precedente è quello delle Funzioni Centrali.
I numeri parlano chiaro. Su 731 sedi di contrattazione nazionale o di sede unica, solo 86 hanno comunicato di aver sottoscritto accordi integrativi, cioè meno del 12%. Non molto meglio sono andate le cose per le sedi di contrattazione territoriale, dove solo 365 su 2.564, cioè poco più del 14%, hanno trasmesso accordi integrativi. Se poi consideriamo i singoli settori, la performance peggiore si registra negli Enti pubblici non economici con appena il 9,5% delle sedi nazionali o uniche e con l’8,3% delle sedi territoriali.
In molti casi si tratta di amministrazioni di piccolissime dimensioni e con un ridotto numero di dipendenti, ma una carenza negoziale di oltre il 90% segna comunque un’anomalia. Del resto, nelle sedi territoriali di grandi enti dove la presenza sindacale è più solida e strutturata, come ad esempio i ministeri, il tasso di contrattazione nel 2021 è stato del 17,7%.
Nelle Funzioni Centrali l’81% degli accordi integrativi regola aspetti connessi all’utilizzo delle risorse decentrate: indennità, performance, trattamenti accessori, maggiorazioni, criteri per le progressioni economiche e così via. Ogni mancato accordo in tal senso provoca di fatto un danno economico ai lavoratori mentre l’inflazione si mangia il potere d’acquisto delle retribuzioni.
Sappiamo bene che alcuni economisti considerano il blocco della contrattazione a qualsiasi livello come un beneficio perché così si ferma la cosiddetta rincorsa prezzi-salari. A noi sembra invece che l’inflazione si muova in maniera indipendente dalle dinamiche retributive perché generata da tutt’altre cause.
Anche alla luce dei dati ARAN, è oggi più che mai necessario che i lavoratori pubblici possano contare con regolarità e tempestività sul pagamento di tutte le quote salariali fisse e variabili derivanti da accordi di contrattazione decentrata. Come? Riprendendo del confronto nelle sedi dove la contrattazione si è fermata e pervenire alla sottoscrizione degli accordi. Se poi qualche guru della finanza non è d’accordo, pazienza.
Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione
Roma, 23 gennaio 2023