Nel decreto-bollette appena licenziato dal Consiglio il governo prevede un “contributo straordinario” pari a 200 euro per le famiglie con ISEE fino a 25mila euro. A parte la bassa entità del contributo annunciato, è inaccettabile considerare 25mila euro di ISEE come la soglia che dividerebbe i cittadini bisognosi da quelli benestanti o che comunque non devono fare i salti mortali per arrivare a fine mese.
C’è da pensare che il provvedimento sia stato emanato per “aiutare” la nutrita frotta di evasori fiscali che denunciano guadagni irrisori a dispetto di consumi che lasciano intravedere tutt’altro tenore di vita.
Ma le cattive notizie aiutano a capire. Grazie a questo decreto il governo non ha voluto mettere risorse aggiuntive sul rinnovo del contratto delle Funzioni Centrali perché le famiglie degli statali superano in larga misura i 25mila euro di ISEE e dunque, in teoria, hanno i soldi per pagare il caro-bollette.
In questo modo i dipendenti pubblici vengono colpiti due volte. La prima, con un rinnovo contrattuale al ribasso dinanzi a un’inflazione galoppante. La seconda, con un provvedimento di carattere sociale che, di fatto, li esclude in massa dal sostegno economico.
A queste cattive notizie se ne aggiunge un’altra. Per i lavoratori dipendenti la busta-paga di marzo sarà più leggera di quella di febbraio e persino di quella del marzo dell’anno scorso. Un’altra tegola sulla testa dovuta principalmente alla soppressione dell’esonero contributivo (c.d. bonus Meloni) e al mancato accredito del cuneo fiscale di 83,33 euro mensili da parte di NoiPA.
Se da un lato ci pare evidente che la politica economica del governo sia orientata a mantenere i salari sempre più bassi e che a pagare di più i costi di questa scelta sono i lavoratori pubblici; dall’altro, risulta altrettanto evidente quanto sia stata miope la decisione delle organizzazioni sindacali che il 27 gennaio scorso hanno sottoscritto un contratto a perdere per le Funzioni Centrali. Ci auguriamo che, dinanzi a una realtà da noi largamente prevista, si rendano conto dell’errore.
Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione
Roma, 1° marzo 2025