Secondo un recente report dell’Agenzia per l’Italia Digitale l’anno scorso la spesa della Pubblica Amministrazione per l’ICT ha sfondato il tetto dei 7 miliardi, l’anno prossimo sfiorerà gli 8 miliardi e le sole amministrazioni centrali assorbono poco meno della metà della spesa complessiva.
Eppure i nostri quadri sindacali che lavorano negli uffici territoriali della P.A. centrale ci descrivono spesso una situazione organizzativa disastrosa dovuta principalmente alla carenza di personale e aggravata dal cattivo funzionamento delle strutture ICT. Piattaforme poco funzionali, connessioni insufficienti e strumentazioni obsolete sono solo alcune delle criticità che il sindacato segnala da anni ai decisori politici e amministrativi.
Occorre parlarsi francamente: nonostante la valanga di soldi spesi annualmente la Pubblica Amministrazione 4.0 è ben lungi da essere realizzata. La digitalizzazione procede in modo disorganico e a fronte di poche amministrazioni avanzate ce ne sono tante altre che arrancano con i vecchi sistemi. Il lavoro su base cartacea è ancora normalità negli uffici periferici di molti ministeri. O, peggio ancora, si assiste a una confusa commistione tra cartaceo e digitale che provoca pesanti disservizi. Troppe strutture di tribunali, provveditorati agli studi, motorizzazione, beni culturali, uffici di governo, ispettorati del lavoro e così via sono lontane dagli standard di efficienza digitale annunciati nei grandi piani nazionali. Al punto che in certe realtà perfino l’adozione di modalità di lavoro a distanza è difficile.
Molti aspetti del rapporto AGID meriterebbero una franca discussione con le rappresentanze dei lavoratori. Ad esempio, il fatto che la “spesa prevalente” sia “inerente la gestione operativa, riconducibile, soprattutto, alla manutenzione di hardware e software” dà molto da pensare. Forse è arrivato il momento di chiedersi se esiste una correlazione misurabile tra risorse investite e miglioramento della qualità dei servizi. Per non parlare della qualità del lavoro di chi opera al fine di garantire che quei servizi vengano comunque erogati, al netto di tutte le insufficienze organizzative o tecnologiche.
Su questo e altri temi siamo pronti a un confronto con AGID e con tutti i soggetti sia pubblici che privati coinvolti nell’implementazione dei sistemi ICT nel settore pubblico. Possiamo offrire il contributo della nostra conoscenza diretta delle situazioni lavorative aiutando i decisori istituzionali a verificare ciò che funziona, ciò che non funziona e suggerendo come intervenire.
Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione
Roma, 5 agosto 2023