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Colombi. ACI e legge di bilancio: di male in peggio

La riformulazione dell’emendamento all’art. 116 del disegno di legge di bilancio proposto dalla Lega comporta un peggioramento della situazione (di per sé già grave) rispetto alla prima stesura.

 

L’operazione sembra avere come unico fine quello di comprimere al massimo l’autonomia economica e gestionale dell’ACI attraverso un controllo stringente della contabilità e l’introduzione di un nuovo assetto organizzativo calato dall’alto.

 

Se un tale disegno passasse, porterebbe a due gravi conseguenze:

 

  • quella di stravolgere la natura stessa di Ente Pubblico non Economico dell’ACI sancita dalla legge 70/1975;

 

  • quella di subordinare irrimediabilmente l’autonomia amministrativa dell’Ente ai capricci e agli interessi della politica.

 

Sotto l’aspetto finanziario, preoccupa il fatto che si voglia sottoporre anche l’ACI all’obbligo di contribuire al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, il che – come abbiamo visto molto bene nel corso degli anni per le Amministrazioni incluse nell’elenco ISTAT – si può tradurre nella messa in atto di un programma composto solo di tre parole: tagli, tagli e ancora tagli.

 

Nel nuovo emendamento si può già cogliere una prima, pericolosa avvisaglia di ciò, rappresentata dall’obbligo di versare al bilancio dello Stato gli utili netti derivanti dai servizi e dalle attività diverse da quelle sportive. L’operazione è agganciata al previsto spacchettamento del bilancio dell’Ente in attività inerenti alla funzione di Federazione nazionale dello sport automobilistico e in attività diverse da questa. È evidente che in tal modo sia l’una che le altre sono destinate ad un inevitabile decadimento, sia in termini di quantità che di qualità.

 

Alquanto discutibile, inoltre, appare la pretesa di fornire una interpretazione autentica della vigente normativa sulle federazioni sportive escludendo dal suo campo di applicazione gli enti pubblici “che hanno anche natura di federazione sportiva”.

 

Siamo di fronte ad un vero e proprio piano di depotenziamento dell’ACI mosso da logiche politiche che ignorano l’importanza dell’autonomia e dell’efficienza dell’Ente e, tanto meno, dimostrano per la buona organizzazione delle risorse umane e per il rispetto dei diritti degli utenti.

 

Sandro Colombi, Segretario Generale UILPA

 

Roma, 16 dicembre 2024