Sono passati due anni da quando la protesta delle Confederazioni sindacali respinse il tentativo della Commissione bilancio e finanze del Senato di abrogare il tetto agli stipendi di alcuni super-dirigenti pubblici. Adesso Zangrillo ci riprova e propone di superare il tetto di 240mila euro annui per gli stipendi dei manager pubblici Conferma così di non conoscere la P.A. e perciò cade in continue contraddizioni. Ecco alcuni esempi.
Qualche settimana fa Zangrillo ammetteva che per difendere i salari dei pubblici dipendenti dall’inflazione occorrerebbero 30 miliardi di euro, ma approvava senza riserva la scelta governativa di stanziarne solo 8.
Zangrillo ha più volte promesso pubblicamente 170mila nuove assunzioni all’anno nella P.A. Poi propone di trattenere in servizio i dipendenti fino a 70 anni perché mancano le professionalità.
Zangrillo sostiene gli aumenti contrattuali e poi intende far pagare ai dipendenti il maggiore costo delle ore di straordinario come ha avuto il coraggio di scrivere nell’Atto di indirizzo all’ARAN.
Questo stesso ministro adesso si aspetta che ci beviamo la storiella delle competenze manageriali da retribuire adeguatamente, altrimenti i dirigenti bravi se ne vanno. Da non credere, perché da sempre la politica piazza i suoi uomini e donne nei posti-chiave della P.A. senza alcun riguardo alle loro reali competenze.
Allora, visto che si parla di abolire tetti di spesa, perché non cominciamo dal tetto al finanziamento dei fondi per la produttività, bloccati agli importi del 2016, per cui oggi è praticamente impossibile attuare il nuovo ordinamento professionale e le progressioni economiche?
La proposta di Zangrillo è una provocazione nei confronti di chi vive con 1.500 euro al mese, ha il contratto scaduto da quasi tre anni e un potere d’acquisto falcidiato grazie anche ai paletti europei sui conti pubblici.
Due anni fa chiedemmo al Presidente del Consiglio di intervenire per fermare questa vergogna. Lo chiederemo anche stavolta. Aggiungendo che la P.A. ha bisogno di una vera politica del personale e non di interventi spot.
Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione
Roma, 19 settembre 2024