Le misure messe in campo dal governo, come il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef, sono importanti e positive, ma da sole non bastano. Per questo avanziamo due proposte: detassare gli aumenti contrattuali e incentivare la contrattazione di secondo livello. La perdita di potere d’acquisto è un dato oggettivo. L’Istat parla di 6 milioni di persone con salari sotto i 24mila euro lordi, sulla soglia della povertà. Il nostro strumento principale resta il rinnovo dei contratti, con l’obiettivo di adeguare i salari al costo della vita. Quindi sì, bene l’aumento dell’occupazione, ma noi ci preoccupiamo della qualità del lavoro. Per esempio, nonostante la diminuzione, sono ancora tantissimi i contratti a termine nel nostro paese.
In Europa, poi, siamo ultimi per occupazione femminile – fatto che stride con una donna presidente del Consiglio – e giovanile. Ogni anno 180mila giovani formati in Italia scelgono di andare all’estero, dove vengono pagati meglio.Intanto qui si moltiplicano le forme di sfruttamento, come il part-time involontario. C’è anche il tema dei contratti pirata. Lo ha detto anche Orsini all’assemblea annuale di Confindustria: bisogna superare i contratti pirata e affrontare il tema della rappresentanza. Sul tema della sicurezza sul lavoro, al governo avevamo chiesto un confronto e devo dare atto che molte delle nostre proposte sono state recepite. Il governo ha dichiarato l’intenzione di fare proprie queste proposte. C’è una sensibilità comune, ma aspettiamo i fatti.
Leggi l’intervista su Huffington Post: https://www.huffingtonpost.it/…/pierpaolo…/…