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Biondo: “Inaccettabile dilazione erogazione TFS nel pubblico impiego”

È inaccettabile che i dipendenti pubblici, dopo una vita di lavoro al servizio del Paese, non abbiano il diritto di ricevere in tempi ragionevoli l’erogazione del Trattamento di Fine Servizio (TFS) e del Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Una discriminazione ingiustificata che non è più tollerabile”.

 

Lo ha dichiarato il segretario confederale della Uil, Santo Biondo, in occasione di un incontro dedicato al tema del TFS/TFR, che ha visto la partecipazione di sindacati, associazioni, giuristi e rappresentanti del settore pubblico.

Nel settore privato – ha proseguito il sindacalista – il TFR viene erogato subito dopo la cessazione del rapporto di lavoro, mentre nel pubblico il pagamento può avvenire anche dopo 24, 27 o addirittura 60 mesi, a seconda della causa di cessazione del servizio e dell’importo spettante. Questo meccanismo rappresenta una lesione del principio costituzionale di giusta retribuzione e mina la fiducia nelle Istituzioni”.

 

Peraltro – ha ricordato Biondo – quasi 50.000 lavoratrici e lavoratori hanno sottoscritto una petizione per chiedere una riforma immediata: un intervento legislativo non è più rinviabile, soprattutto alla luce della sentenza n. 130 della Corte costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il differimento del TFS per i dipendenti pubblici. Stiamo parlando di una platea di oltre 1 milione e 600 mila lavoratrici e lavoratori, costrette ad attendere per anni una somma che potrebbe servire per affrontare spese impreviste, sostenere i figli o semplicemente garantire una vecchiaia più serena”.

 

La Uil, dunque – ha sottolineato il sindacalista – ribadisce la necessità di equiparare pubblico e privato nei tempi di erogazione del TFS/TFR, garantendo l’anticipo senza penalizzazioni per chi lo richiede e non lasciando la questione alla discrezionalità del sistema bancario, dove le condizioni sono spesso sfavorevoli per il lavoratore”.

 

È il momento che il governo si assuma la responsabilità di mettere fine a questa discriminazione: non possiamo accettare – ha concluso Santo Biondo -che le lavoratrici e i lavoratori pubblici siano considerati di serie B.

La Uil continuerà a lottare fino a quando questa battaglia non sarà vinta“.

 

Roma, 17 febbraio 2025