L’economia mondiale e le relazioni internazionali
[1] Nel 2024 la crescita globale è rimasta moderata e disomogenea. L’attività economica si è espansa nei paesi avanzati, trainata dagli Stati Uniti; nelle economie emergenti ha lievemente rallentato, mantenendo comunque ritmi di crescita elevati. È proseguito il calo dell’inflazione nelle principali economie avanzate, creando le condizioni per l’avvio di una graduale normalizzazione della politica monetaria nella seconda metà dell’anno da parte della Banca centrale europea, della Federal Reserve e della Bank of England. Al contrario, in Giappone il rialzo dell’inflazione ha indotto la banca centrale ad aumentare i tassi di interesse per la prima volta da quasi due decenni. Tra i principali paesi emergenti, Brasile e Turchia hanno mantenuto politiche monetarie restrittive per contrastare un’inflazione ancora elevata, mentre in Cina, nonostante le diverse misure espansive adottate dalla banca centrale, la dinamica dei prezzi è rimasta molto debole, con un’inflazione al consumo intorno allo zero dagli inizi del 2023.
Nei primi mesi del 2025 il forte aumento dell’incertezza sulle politiche commerciali e sul futuro delle relazioni internazionali, legato all’orientamento di maggior chiusura da parte della nuova amministrazione statunitense, ha intaccato le prospettive di crescita dell’economia globale per l’anno in corso. L’annuncio, lo scorso 2 aprile, di dazi sulle importazioni negli Stati Uniti superiori alle attese ha innescato un calo degli indici azionari e vendite di titoli del Tesoro statunitense. I mercati azionari hanno tuttavia recuperato le perdite grazie alla sospensione per 90 giorni di alcune delle misure annunciate e all’avvio delle negoziazioni con la Cina e con altri paesi; si sono invece mantenuti elevati i tassi di interesse a lungo termine negli Stati Uniti. Questi andamenti, e il contestuale deprezzamento del dollaro, rivelano le preoccupazioni dei mercati per le conseguenze di un esteso e prolungato conflitto commerciale, oltre che per un ulteriore peggioramento delle finanze pubbliche negli Stati Uniti. In tale congiuntura le quotazioni dell’oro hanno toccato nuovi massimi storici, consolidandone il ruolo di bene rifugio. L’incertezza continua a rimanere elevata anche per il susseguirsi di annunci di nuovi dazi, sospensioni temporanee e accordi parziali da parte dell’amministrazione statunitense.
Nel 2024 la cooperazione economica e finanziaria internazionale nelle sedi del G7 e del G20 ha affrontato temi strategici come la crescita sostenibile, la sicurezza energetica, la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali e il sostegno ai paesi più vulnerabili e altamente indebitati; i lavori si sono svolti in un contesto segnato dalla crescente polarizzazione geopolitica e dalla pressione delle economie emergenti per accrescere il proprio peso negli assetti multilaterali costruiti dopo la seconda guerra mondiale. Le politiche avviate all’inizio del 2025 dall’amministrazione statunitense, fortemente imperniate sulla sicurezza economica nazionale, rischiano di accentuare la tendenza alla frammentazione commerciale e di rendere più difficile un coordinamento efficace tra blocchi di paesi con interessi divergenti…
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