Lo scorso 17 ottobre il presidente dell’INPS, Gabriele Fava, ha svolto un’audizione presso la “Commissione di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale”, il cui testo in pdf. é scaricabile al seguente link.
Portale Inps – Audizione in Commissione parlamentare del Presidente INPS Fava
Ne riportiamo di seguito alcuni passaggi.
“Le riforme approvate negli ultimi trenta anni, dall’accesso al pensionamento ai sistemi di calcolo, hanno posto le basi per adattare il nostro sistema pensionistico alla nuova realtà demografica ed economica. Queste riforme hanno allungato la vita lavorativa e si stima che porteranno la spesa pensionistica in rapporto al PIL su un sentiero di riduzione dopo l’aumento atteso dovuto all’accesso al pensionamento delle generazioni dei baby boomers che determineranno la c.d. gobba pensionistica”.
“Nel 2023, l’età effettiva di pensionamento è in linea con quella degli altri Paesi europei, e solo leggermente superiore alla media UE”.
“Anche nel 2023 il numero di pensionati è sostanzialmente stabile, così come lo stock di pensioni. I pensionati sono circa 16,2 milioni, di cui il 52% di sesso femminile e l’importo lordo della spesa pensionistica risulta di poco inferiore ai 347 miliardi di euro, di cui 338 miliardi di euro per pensioni erogate dall’INPS. Oltre la metà della spesa pensionistica totale è per le pensioni di anzianità e anticipate, seguite da pensioni di vecchiaia e pensioni di reversibilità. Le prestazioni assistenziali (agli invalidi civili e pensioni/ assegni sociali) assorbono l’8% del totale”.
“Al notevole recupero occupazionale, sia in termini di unità che di intensità di lavoro, non è corrisposto un incremento dei redditi e delle retribuzioni tale da compensare pienamente la perdita di potere d’acquisto, conseguenza dell’aumento dei prezzi che ha interessato gli ultimi anni. La retribuzione media annua pro capite nel 2023 risulta pari a 25.789 euro: rispetto al 2019 si tratta di un incremento del 6,8%. La variazione media dei prezzi al consumo tra il 2019 e il 2023 è collocabile attorno al 15-17%”.
“Non è percorribile la scelta di incrementare ulteriormente i requisiti di accesso alla pensione che sono tra i più alti d’Europa, salvo l’adeguamento alla speranza di vita”.
“Come osservato anche dalla Corte dei Conti, è fondamentale che le regole di accesso al sistema siano certe e stabili: il susseguirsi di interventi temporanei mina la solidità del sistema”.