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Riordino dei servizi ispettivi, Cgil Cisl Uil: qualche miglioramento ma tanti punti ancora da chiarire. I sindacati chiedono un confronto con il ministro del Lavoro

La vicenda dell’Agenzia ispettiva unica – ora Ispettorato Nazionale – che nelle intenzioni del Governo dovrebbe unificare le funzioni oggi distribuite tra Ministero del Lavoro, Inps e Inail, segna alcuni passi avanti rispetto alle prime proposte che avevano suscitato dure critiche da parte di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil PA. Ma lascia ancora molte questioni sul tappeto, sulle quali i sindacati chiedono di confrontarsi quanto prima con il ministro Poletti.

Dai contenuti della nuova bozza del decreto istitutivo, presentata stamattina durante un incontro informale al Ministero del Lavoro, emerge un cambio di impostazione in positivo rispetto alla prima versione, rigettata in toto dagli stessi sindacati. In primo luogo – spiegano i tre segretari nazionali Chiaramonte, Bonomo e Colombi – perché non si paventa la chiusura dei presidi territoriali del Ministero, che avrebbe allontanato in modo assurdo i servizi ispettivi dai luoghi di lavoro; e non si fa più cenno né all’eventualità di esuberi di personale, né a progetti di mobilità forzata. Inoltre, l’assetto di governo della nuova entità come viene delineato in questa bozza è molto più rispettoso dell’identità e del ruolo di tutte le amministrazioni coinvolte, nonché dei trattamenti contrattuali in godimento del rispettivo personale. Non da ultimo, si prefigura una risistemazione dei trattamenti retributivi e assicurativi connessi all’attività ispettiva, in particolare per quello che riguarda gli ispettori del Ministero del Lavoro.

Malgrado ciò le osservazioni critiche non mancano, tanto nel merito quanto nel metodo. “Nel merito, lascia perplessi la proposta di mantenere una sorta di “doppia dipendenza” – organica dall’ente di provenienza, funzionale dal nuovo Ispettorato – per il personale proveniente da Inps e Inail: con che criterio si definirebbero entità e modalità di assegnazione del salario accessorio? E sempre in tema di salario accessorio, nulla si dice riguardo a come sarà colmato il divario oggi esistente tra i dipendenti del Ministero e quelli degli Epne. Incomprensibile, poi, la scelta di precludere già in partenza alla nuova amministrazione la copertura piena del turn-over. Ed è grave anche il fatto che non venga previsto un investimento adeguato nella formazione.”

Nel metodo, l’impegno a suo tempo assunto dallo stesso Ministro ad incontrare i sindacati di categoria prima che il decreto sia adottato dal Consiglio dei Ministri attende ancora di essere onorato. Nel frattempo il Ministero continua ad informare le parti sociali in via del tutto informale e sommaria, senza mettere a disposizione un testo utile per un serio esame congiunto. “La nostra richiesta più pressante dunque – concludono i segretari – è rivolta proprio al ministro Poletti, dal quale ci attendiamo una convocazione formale in tempi rapidi”.

In allegato il comunicato stampa unitario.

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