Stupefacente l’abilità mediatica con la quale il Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta e il Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Gianpiero D’Alia, dopo l’approvazione del pacchetto per l’efficienza e la modernizzazione della P.A., hanno annunciato con toni salvifici la risoluzione della questione del precariato.
Tuttavia, tra le pieghe delle dichiarazioni dei membri dell’esecutivo, trapela una realtà del tutto difforme: solo una quota parte dei lavoratori precari della Pubblica Amministrazione potranno sperare in una stabilizzazione del proprio posto di lavoro, i cosiddetti “migliori” ovvero coloro che riusciranno a superare dei concorsi pubblici riservati a coloro che sono stati titolari di contratti di lavoro a tempo determinato di durata almeno triennale.
In sostanza, i precari si contenderanno i posti di lavoro loro destinati attraverso una devastante guerra tra poveri, considerato che il numero dei posti che si prevede di mettere a disposizione sarà di gran lunga inferiore a quello dei precari che attualmente prestano la propria opera e garantiscono servizi essenziali nella Pubblica Amministrazione. Una soluzione parziale, che determinerà la perdita del posto di lavoro e la disoccupazione per migliaia di lavoratori, tutto in nome del rispetto di quelle stesse norme che sono state derogate nel momento in cui, per assicurare la funzionalità dei servizi pubblici, si è fatto ricorso alla reiterata proroga dei contratti di lavoro flessibile determinando il punto di non ritorno del fenomeno del precariato storico.
E’ improcrastinabile l’immediata apertura di un tavolo di discussione e di confronto tra OO.SS. e Governo per un esame congiunto delle disposizioni che interessano la Pubblica Amministrazione, tra le quali assume priorità assoluta la definizione delle modalità e della tempistica del piano di stabilizzazione del personale precario.
In allegato il comunicato stampa congiunto di Uil Pa, Uil Fpl, Fp Cgil e Cisl FP.