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Riforma P.A. un anno dopo, le nozze con i fichi secchi

“Nel giugno dello scorso anno il Ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, annunciava l’introduzione della staffetta generazionale, un meccanismo che avrebbe assicurato la liberazione di 10mila posti di lavoro in quattro anni. Dopo quasi un anno di esternazioni impraticabili, l’ipotesi del ricambio generazionale prende forma, ma lo fa attraverso il ricorso alle tasche dei lavoratori”.

Lo afferma in una nota il Segretario Generale vicario della UILPA, Nicola Turco, il quale aggiunge: “Il contenuto dell’emendamento Berger, con il quale si intende risolvere la questione, è paradossale! La possibilità di procedere a nuove assunzioni, per favorire l’ingresso di nuovo personale nella P.A., viene subordinato alla speranza che ci siano dipendenti prossimi alla pensione, disponibili ad optare per il part time ed a versare di tasca propria i contributi necessari per il raggiungimento della pensione”.

“Un’ipotesi irrealistica”, continua Turco, “dopo sei anni di fermo contrattuale ed incessante perdita del potere di acquisto, quanti dipendenti pubblici potranno aderire ad una tale iniziativa che, oltre a dimezzare lo stipendio, impone un’ulteriore e notevole decurtazione per il versamento dei contributi volontari? Praticamente una goccia nel mare.”

“L’ennesima beffa che ben si inquadra nel dissennato progetto globale di smantellamento della P.A. contenuto nella pseudo riforma” continua Turco, il quale conclude: “Si rafforza il convincimento che, nonostante le nostre apertura al dialogo ed in assenza di posizioni pregiudiziali, chi persiste nel sottrarsi al confronto con le parti sociali che ben conoscono e rappresentano le diverse realtà amministrative del nostro Paese, sia scientemente consapevole della non rispondenza delle proprie scelte alle reali esigenze della cittadinanza e del sistema delle imprese e non abbia veramente a cuore il futuro della Pubblica Amministrazione”.

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