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Buoni pasto, le insidie della detassazione

“L’innalzamento della soglia di esenzione dalla tassazione fino a 7 euro per i soli buoni pasto erogati ai lavoratori dipendenti in formato elettronico, introdotto dalla legge di stabilità 2015 a decorrere dal 1 luglio 2015, costituisce un’operazione di dubbia utilità per gli stessi lavoratori”. Lo afferma un una nota il Segretario Generale della UILPA, Benedetto Attili, secondo il quale “la fuga in avanti da parte di qualche sigla sindacale, intesa a sollecitare il passaggio dal formato cartaceo al formato elettronico del buono pasto, avrebbe dovuto essere oggetto di maggiore ponderazione in considerazione dei dubbi sugli effettivi vantaggi per i lavoratori”.

“Per il momento”, aggiunge infatti Attili, “gli unici vantaggi che si intravedono, derivanti dal passaggio dal sistema cartaceo a quello elettronico, sono quelli a favore dei datori di lavoro, delle società di emissione e degli esercizi pubblici. La Card elettronica, che dovrebbe sostituire i ticket tradizionali, limiterebbe in modo drastico le modalità di utilizzo del buono pasto che, non solo sarebbe limitato ai soli esercizi dotati di apposito Pos, ma consentirebbe la possibilità di introdurre un vincolo di limitazione alla fruizione del medesimo nel giorno di spettanza”.

“Si tratta di aspetti da non sottovalutare” prosegue il Segretario Generale della UILPA, aggiungendo: “Sarebbe inaccettabile privare i dipendenti pubblici, già penalizzati dal sesto anno di blocco contrattuale, anche della libertà di utilizzo della modesta somma, percepita sotto forma di buoni pasto, anche in considerazione del fatto che il vantaggio derivante dalla detassazione prevista sarebbe pari a 0,46 centesimi di euro per ogni ticket”.

“Insomma”, conclude Attili, “potrebbe trattarsi dell’ennesima trovata pubblicitaria che, sotto le mentite spoglie di beneficio economico, appare al contrario destinata a colpire ancora una volta, in modo subdolo, i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, a favore degli interessi imprenditoriali. Massima prudenza, dunque! Prima di fare richieste che potrebbero produrre effetti opposti a quelli desiderati, attendiamo che sull’argomento si faccia maggiore chiarezza”.

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